Una valida
occasione per proteggere e comunicare professionalità
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uso pratico, veloce
e confortevole
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possibilità di decidere se riciclare o gettare il materiale
utilizzato
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versatilità di impiego
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costi di gestione contenuti
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smaltimento non inquinante
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Questi nuovi materiali per le
tecniche usate nella loro fabbricazione sono denominati "tessuti
non tessuti" o "TNT" e rappresentano la futura
evoluzione nel campo delle barriere batteriologiche.
Il TNT è un manufatto costituito da un velo di fibre ripartite
direzionalmente in modo prestabilito e coesionate poi con metodiche
meccaniche, chimiche o fisiche, oppure per la combinazione di
queste diverse procedure escludendo la tessitura, la maglieria,
la cucitura e la feltratura tradizionale.
Vengono realizzati con varie fibre: cotone, cellulosa, nylon,
rayon viscosa, poliestere, polipropilene ecc. in una serie di
differenti passaggi.
Il primo consiste nella "formazione del velo di fibre",
il secondo nel consolidamento delle fibre tra loro.
L'ultima fase consiste nel finissaggio cioè nella fase
in cui, attraverso le tecniche più disparate vengono conferite
al velo di fibre particolari proprietà quali l'idrorepellenza,
la proprietà antistatica, quella ignifuga ecc. .
E' importante sottolineare che per la fabbricazione di "TNT
Medical Grade" non si debbano impiegare nè fibre
di recupero né fibre colorate successivamente alla formazione
del velo ma si dovranno, invece, utilizzare fibre vergini colorate
in origine con sostanze non tossiche ed anallergiche.
Caratteristica fondamentale dei TNT Medical Grade è la
non permeabilità ai liquidi che nel caso dei tessuti destinati
all'abbigliamento deve essere accompagnata da una sufficiente
circolazione dell'aria tale da evitare indesiderati e quantomeno
fastidiosi rialzi termici. Basti pensare all'effetto sauna che
si ottiene con tessuti accoppiati a politene per il confezionamento
di camici o alla fatica respiratoria che impongono certe mascherine
chirurgiche
Due sono i parametri da tenere in considerazione per valutare
la capacità di barriera biologica e la traspirabilità di un tessuto:
BFE o efficienza di filtrazione batterica è un
indice importantissimo il cui controllo sfortunatamente non è ancora affidato a metodiche standardizzate ed universalmente
accettate dalla farmacopea internazionale
Delta P o gradiente pressorio è un indice della
difficoltà che le barriere creano alla respirazione ed
esprime in millimetri di acqua lo sforzo pressorio alla inspirazione
ed alla espirazione attraverso gli strati del tessuto in esame.
Il massimo tollerabile accettato per una mascherina è di 2,8 mm. di acqua
Il velo di tnt, ottenuto con diverse metodiche, può, in
seguito, essere accoppiato con altri materiali conferendo così al prodotto finito ulteriori caratteristiche
In
campo medicale normalmente l'accoppiamento avviene tra:
TNT assorbente
e politene (TNT/PE): con il risultato di ottenere un materiale che sia da un lato
assorbente e dall'altro impermeabile ma che non si può
sterilizzare in autoclave bensì ma con ossido di etilene.
TNT assorbente
e polipropilene (TNT/PP): con il risultato di ottenere le stesse caratteristiche fisiche
del precedente ma che può essere autoclavato dato l'alto
punto di fusione del polipropilene. Per contro è un materiale
molto costoso.
TNT triaccoppiato (Clinical
Drape): costituito
da un velo di TNT assorbente, uno strato intermedio di politene
o di polipropilene ed un successivo strato di ovatta di cellulosa
con funzione soprattutto antimacerante. I vantaggi sono facilmente
intuibili ma il costo elevato e soprattutto la rigidità intrinseca del materiale lo rendono poco apprezzabile
Tutti questi materiali accoppiati, purché confezionati
nelle giuste grammature, presentano un efficace effetto di barriera
biologica ma non consentono un ottimale scambio d'aria fra le
superfici il che ne limita, come già detto, l'impiego
nei prodotti destinati all'abbigliamento protettivo.
A
tale scopo un cenno a parte merita il Tessuto idrorepellente la cui capacità di barriera
non è dovuta alla presenza del film plastico ma all'intreccio
fittissimo delle fibre ed ai processi di finissaggio ottenuti
con bagni particolari e con calandrature ben calibrate.
Il prodotto finale aggiunge alle elevatissime proprietà
di barriera biologica anche una buona traspirabilità che
ne fa un ottimo materiale per il confezionamento dell'abbigliamento
chirurgico.
L'assenza poi di fibre a basso punto di rammollimento consente
la sterilizzazione ambulatoriale in autoclave e quindi, dal punto
di vista commerciale, consente una proposta di materiali fornibili
non sterili, quindi con un costo minore, ma sterilizzabili all'occorrenza.
Inoltre questo materiale è riciclabile perché lo
si può lavare anche in lavatrice a 60-90°C, senza
asciugatura in centrifuga, prima di autoclavarlo per il riutilizzo.
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