DISINFEZIONE e STERILIZZAZIONE

 

Brevi cenni informativi

Con queste note informative intendiamo soffermare l'attenzione su alcune raccomandazioni pratiche che devono indirizzare l'azione di tutti coloro che sono direttamente o indirettamente coinvolti nella lotta alle infezioni crociate e dirette.

Bisogna infatti ricordare che la responsabilità di come vengono condotte le operazioni di antisepsi rientra nella maggiore o minore preparazione a cui viene sottoposto il personale incaricato. Occorre dunque che i tutti responsabili dell'igiene, dal medico che ne sceglie i caratteri ed i protocolli al personale ausiliario che deve applicarli ed in ciò deve essere seguito e sorvegliato, siano continuamente aggiornati sulle tecniche di disinfezione affinché queste vengano trasformate in corretti protocolli operativi .

Ci riferiamo soprattutto al modo in cui le operazioni di disinfezione vengono condotte ed in particolare alla preparazione delle soluzioni disinfettanti e detergenti ed all'uso improprio di disinfettanti in situazioni non adatte.

Un'azione disinfettante malfatta, a volte, è più dannosa di una non fatta poiché ci può dare una sicurezza di risultato che di fatto non esiste!

Disinfettare senza pulire non solo è inutile e costoso, ma costituisce anche un pericolo nelle situazioni in cui la sporcizia costituisce una protezione per i batteri, limitando l'azione del disinfettante.

Tale protezione dipende sia dalla barriera fisica che la sporcizia oppone all'azione del disinfettante, sia dal fatto che costituisce un terreno di cultura ideale per la proliferazione batterica che può raggiungere dimensioni tali da rendere inadeguata l'azione disinfettante che, ricordiamo, è sempre dose-dipendente.

L'efficacia dei disinfettanti è inversamente proporzionale alla concentrazione batterica, virale o fungina che si prefigge di colpire

D'altra parte pulito non è sinonimo di asettico!

Assicurarsi sempre di esercitare una corretta combinazione di Detersione e di Disinfezione, ricordandosi che non tutti i detergenti sono compatibili con il disinfettante.

Vediamo ora con quali criteri deve essere condotta una corretta disinfezione in rapporto a particolari situazioni come: riutilizzo dello strumentario, disinfezione delle piccole superfici e dei macchinari, disinfezione di grandi ambienti, degli impianti idrici e delle mani.

 

Disinfezione dello strumentario:  

Per prevenire le infezioni ed assicurare una lunga conservazione degli strumenti è consigliabile percorrere le seguenti tappe:

-Disinfezione

Immergere gli strumenti, subito dopo l'uso, in un contenitore riempito con soluzione disinfettante per ridurre il rischio di contagio da parte del personale ausiliario, che dovrà maneggiare strumenti appuntiti o taglienti nelle fasi successive del protocollo, e per ridurre la carica batterica nei liquidi utilizzati a scopo di prelavaggio che finiranno, in seguito nelle acque di scarico.

-Detersione

Lavare quanto più accuratamente possibile, dopo una prima disinfezione, lo strumentario . A questo scopo occorre ricordare che solo le vaschette ad ultrasuoni garantiscono una assoluta e sicura pulizia . Qualunque altra procedura deve essere considerata una forma di compromesso resa necessaria dalle dimensioni degli strumenti ( ad esempio i vassoi, alcune vetrerie ecc.) e dal costo eccessivo di ultrasuoni di ampie dimensioni.

Nel senso di un compromesso la scelta deve ricadere sulla adozione di un metodo che consenta un risultato standard costante e sia scarsamente influenzato da fattori umani come stanchezza, disattenzione e fretta di concludere il lavoro.

La lavaferri con termodisinfezione rappresenta un valido compromesso. Solo come ultima scelta o per motivi di scarsissimo carico si può ricorrere al lavaggio manuale con spazzole e proteggendo, nel contempo, il personale addetto con guanti robusti.

In tutti i casi ricorrere a detergenti idonei ricordando che esistono prodotti che, in soluzione, assicurano il contemporaneo effetto disinfettante e detergente.

-Risciacquo

Dopo disinfezione e detersione procedere ad abbondante risciacquo con acqua corrente, meglio, se possibile, con acqua demineralizzata in vasca ad ultrasuoni.

- Asciugatura

Assicurarsi, prima di sterilizzare, della perfetta asciugatura dello strumentario per garantirne una migliore conservazione. Controllare anche lo stato di usura e la perfetta funzionalità.

- Sterilizzazione

Questa operazione chiude il ciclo di trattamento degli strumenti garantendone una assoluta sicurezza di riutilizzo. Prima di procedere si deve decidere se lo strumentario debba essere riutilizzato in condizioni di sterilità o di sola asepsi.

Nel primo caso è necessario ricorrere alla imbustatura dello strumentario stesso che consentirà di presentarlo ancora sterile al momento del bisogno. Occorre porre l'attenzione a scegliere involucri per autoclavi che rispondano alle norme di sicurezza previste.

Altrimenti procedere alla semplice sterilizzazione degli strumenti non imbustati o meglio sarebbe degli strumenti imbustati per gruppi (per questioni di economia) al fine di conservarli con uno stoccaggio privo del rischio di contaminazione.

La sterilizzazione deve avvenire in piccole autoclavi a vapore d'acqua (le vecchie chemiclavi potrebbero lasciare sugli strumenti tracce dei composti chimici utilizzati con il rischio di introdurli nella ferita chirurgica un sugli

Ricordarsi di monitorare con spore o con monitors chimici l'efficacia reale del ciclo in autoclave.

 

Studio Odontoiatrico:

Per quanto concerne poi la sicurezza dello studio, occorre porre l'attenzione sui seguenti aspetti, ricordando, inoltre, che solo da poco tempo si è ribaltata la concezione che definiva come zona a rischio di contagio la sala di attesa ed i corridoi di accesso mentre si indicava come salubre la camera operatoria:

  • Diffusione, da parte degli strumenti rotanti ad alta velocità e degli spray aria-acqua, di microparticelle (dropplets)capaci di veicolare agenti infettanti che rimarranno per gran parte sospesi nell'aria dell'ambiente ricadendo poi,in concentrazioni sempre più diluite quanto più ci si allontana dal campo operatorio, anche a distanze notevoli su tutte le superfici dello studio. (Ricordare lo schema ISO-DIN relativo alle dimensioni dell'inquinamento provocato dalla strumentazione).

  • Scarsa considerazione, sino a poco tempo fa, delle esigenze di pulizia e disinfezione nelle fasi di progettazione delle strutture odontoiatriche in cui,invece, il massimo dell'attenzione era rivolto all'immagine di sé ed al comfort del paziente.

  • L'utilizzo di un disinfettante presuppone il rispetto di diversi parametri come concentrazione d'uso, tempo d'azione e spettro d'azione.

  • Il disinfettante prescelto, nel tempo, può indurre fenomeni di resistenza batterica e che tale resistenza può essere trasmessa da microrganismi non patogeni ad altri capaci di provocare malattia. Cosa questa che impone la necessità di una disinfezione accurata per evitare la sopravvivenza nell'ambiente di microrganismi che, pur anche non patogeni di per sé stessi, possano esprimere, sulla base di una pressione selettiva esercitata dal disinfettante, una popolazione dotata di resistenza al meccanismo d'azione del disinfettante e per di più capaci di trasmettere tale resistenza ad altri microrganismi patogeni.

  • L'eventuale danno chimico che i disinfettanti possono esercitare sulle superfici.

  •   In considerazione di tutto ciò sarà necessario porre la massima attenzione sulla scelta del disinfettante adottato che dovrà rispondere alle seguenti caratteristiche:
  • Esplicare un "range" di attività antibatterica il più ampio possibile, iniziandolo rapidamente e mantenendolo a lungo, a basse concentrazioni, in senso di distruzione irreversibile, su tutti gli agenti causanti infezioni.

  • Possedere, se venisse in contatto col personale o comunque persistesse a lungo nell'ambiente, una bassa tossicità ed una possibilità di agire anche in condizioni di temperatura e di pH compatibili con la presenza umana senza indurre danni o sensibilizzazioni.

  • non danneggiare strutture e suppellettili.

  • essere di preparazione facile alla portata di personale non sempre perfettamente preparato.

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    Occorrerà infine distinguere tre differenti fasi di disinfezione che possono essere strettamente collegate alle fasi di riordino fra un paziente ed il successivo, di fine giornata e periodico.

     

    Disinfezione fra un paziente ed il successivo:  

    Si ricorrerà a prodotti nebulizzabili capaci di raggiungere le superfici più anfrattuose e difficili esplicandovi una azione rapida ed efficace senza dover essere poi lavati ed anzi asciugando rapidamente. Tale operazione dovrà essere condotta da personale protetto con guanti, occhiali e mascherine efficaci.

     

    Per quanto concerne le zone più strettamente attinenti al "campo operatorio" si consiglierà di ricorrere alla copertura e protezione delle superfici con teleria capace di esplicare al contempo una valida azione di barriera batteriologica e di raccogliere, trattendoli, i batteri che la raggiungono senza ridisperderli nell'ambiente. Ciò consentirà un riordino più rapido ed una economia di tempo e di disinfettante.

     

    Disinfezione di fine giornata:  

    al temine della giornata lavorativa occorre procedere ad una accurata detersione di tutte le superfici per ripristinare le condizioni d'uso igieniche necessarie il giorno appresso senza consentire che il trascorrere della notte permetta una ulteriore crescita batterica.

    In questa fase devono essere accuratamente deterse anche quelle superfici che si era deciso di proteggere con la teleria.

    Dopo aver proceduto ad una accurata detersione di tutte le superfici, procedere con la disinfezione utilizzando disinfettanti in soluzione o nebulizzati che verranno lasciati agire per tutta la notte e quindi chiudere gli ambienti disinfettati.

    Per quanto concerne bagni, lavandini e sanitari in genere occorre ricordarsi che germi quali lo pseudomonas aeruginosa ed il proteus mirabilis vi trovano condizioni ambientali ideali: umidità, sostanze nutrienti e, in particolare nei sifoni, una protezione dovuta alla inaccessibilità. Qui i germi possono raggiungere i 10 milioni/ml. d'acqua.

    Lavandini sprovvisti di una disinfezione automatica del sifone possono essere disinfettati con il cosiddetto " sistema a compresse" ossia ponendo una compressa di garza sull'imbocco pulito dello scarico ed imbevendola con circa 150 ml. di disinfettante puro. La compressa deve rimanere in loco tutta la notte.

     

    Disinfezione periodica:  

    Almeno una volta alla settimana promuovere una profonda pulizia dell'intero ambiente odontoiatrico, spostando anche mobili e suppellettili e procedendo poi ad una accurata distribuzione di disinfettante.

    Disinfezione delle mani:

    Ricordando la particolare importanza che le mani degli operatori sanitari giocano nella possibile trasmissione di una infezione crociata ci preme porre in evidenza alcuni punti che ci porteranno a porre un distinguo fra "disinfezione chirurgica" e " disinfezione igienica":

     
  • innanzi tutto ricordiamo che le mani , anche se apparentemente pulite, di un odontoiatra e delle sue assistenti debbono sempre essere considerate come potenzialmente contaminate perché continuamente in contatto con oggetti, apparecchiature, strumenti suppellettili ecc. esposti alla ricaduta di dropplets. Non facciamo cenno alcuno al contatto con il paziente poiché questo deve sempre avvenire con mani protette da guanti sebbene una particolare attenzione, come noto, debba essere rivolta alla qualità dei guanti adottati.

  • necessità igieniche e di lavoro ingenerano l'abitudine a frequenti lavaggi saponati delle mani con deterioramento del mantello idrolipidico di protezione e dunque con la comparsa di irritazioni, screpolature e minore difesa dalle infezioni

  • la necessità di utilizzare i guanti contribuisce poi notevolmente ad instaurare dei danni cutanei se non addirittura delle vere e proprie sensibilizzazioni.

  • in considerazione di tutto ciò consiglieremo di procedere abbandonando l'uso dei comuni saponi da toeletta, magari profumati e quindi ancor più allergizzanti, optando per le seguenti soluzioni:

    Disinfezione igienica:  

    Prima disinfettare e poi , se necessario, lavare. Non sempre infatti è necessario il lavaggio delle mani con acqua e sapone; dopo contatto con superfici od oggetti probabilmente contaminati, le mani non diventano sporche bensì infette. E' indispensabile dunque una rapida disinfezione con preparati a base alcolica a largo spettro che assicurino una immediata protezione, che evaporino rapidamente e non provochino irritazioni data la presenza di particolari sostanze emollienti.

     

    Disinfezione chirurgica:  

    Prima lavare con un detergente antibatterico e poi disinfettare con un preparato alcolico. Ricordarsi che i guanti non solo debbono proteggere l'operatore ma che è necessario anche il contrario soprattutto in considerazione dell'aumento di permeabilità del lattice durante un uso prolungato.

    Mani ed avambracci debbono essere lavati energicamente per circa due minuti ricorrendo anche all'uso di spazzolini soprattutto per le unghie. Asciugare poi con asciugamani monouso in carta, che dovrà essere crespata e ruvida, e versare poi abbondante disinfettante alcolico che dovrà essere lasciato evaporare frizionando leggermente.

    La flora batterica abituale e transitoria è più sensibile alle soluzioni alcoliche che a quelle acquose

    I prodotti detergenti e disinfettanti debbono essere erogati da dosatori possibilmente con comando a gomito e la stessa rubinetteria del lavabo deve essere comandata con elettrovalvola.

    Al termine della giornata si consiglia l'uso di creme emollienti ed idratanti.