ORGANIZZAZIONE INTERVENTO

 

Struttura e attrezzatura di base richieste

 

L'implantologia può essere praticata in un normale Studio Odontoiatrico, purché strutturato ed organizzato in modo da ottenere un campo sterile attorno al paziente, con spazi sufficienti a garantire la mobilità ordinata dei componenti dell'équipe, e il posizionamento razionale dello strumentario richiesto.
Gli strumenti chirurgici di base sono quelli tipici di ogni intervento di chirurgia orale; è richiesta la disponibilità di un micromotore a velocità programmabili con fisiodispenser, a cui collegare un contrangolo riduttore.
E' inoltre richiesto l'impiego di uno strumentario specifico per l'applicazione degli impianti BONE SYSTEM®. Questo strumentario, comprendente frese, maschiatori, avvitatori ecc. è racchiuso in un contenitore (tray) che ne permette una disposizione ordinata e razionale, ed è autoclavabile per la sterilizzazione.

 

Nota importante- L'impiego di uno strumentario diverso dal quello Bone System®, può configurare un uso improprio del sistema e quindi sollevare il produttore da qualsiasi obbligo o responsabilità

 

Criteri di selezione e coinvolgimento del paziente

 

L'esame del paziente è un atto clinico della massima importanza e schematicamente deve approfondire diversi aspetti nel soggetto da sottoporre ad un intervento implantare:

a) valutazione psicologica, sociale e motivazionale;
b) valutazione clinica generale;
c) valutazione della situazione del cavo orale.


Già durante il primo esame obiettivo possono emergere controindicazioni temporanee o assolute che sconsigliano il trattamento implantare.

 

a) Valutazione psicologica, sociale e motivazionale
Durante il colloquio iniziale, il chirurgo dovrà innanzitutto esaminare i motivi che hanno indotto il paziente a richiedere un intervento implantologico, approfondendo le motivazioni e le ripercussioni di tipo sociale e di relazione che ne sono alla base.
In tale circostanza, il medico dovrà illustrare, con fotografie e modelli, gli aspetti positivi e negativi tipici della metodica e valutarne l'impatto sul paziente.
Dovrà sottolineare l'importanza degli aspetti igienici e dello stile di vita necessari al mantenimento nel tempo dell'efficacia dell'intervento.
E' inoltre opportuno sottolineare i rischi chirurgici e le percentuali di successo della metodica.

 

b) Valutazione clinica generale
Al momento della prima visita si raccoglie l'anamnesi del paziente.
Essendo questo un atto medico, deve essere necessariamente svolto dal Medico stesso; la cartella anamnestica deve essere sviluppata in forma scritta e fatta firmare al paziente. In particolare dovranno essere evidenziate:

· Malattie respiratorie,
· Malattie metaboliche/endocrine,
· Malattie ematologiche,
· Ricoveri ospedalieri nell'ultimo anno,
· Disturbi recenti,
· Malattie dell'apparato digerente,
· Malattie dell'apparato urinario,
· Malattie allergiche da medicamenti o da anestetici,
· Malattie del cuore, in particolare tachicardie,
· Iper o ipotensione arteriosa,
· Malattie del sistema nervoso (epilessia, paresi, paralisi),
· Malattie psichiche,
· Incidenti avvenuti nel corso di anestesie,
· Controlli radiologici,
· Osservazioni importanti,
· Terapie in corso e uso di sostanze stupefacenti.


Per instaurare una trasparenza nel rapporto, il paziente deve essere informato e rassicurato sul fatto che:

1)i medici (e tutto il personale dello studio) sono rigorosamente tenuti ad osservare il segreto professionale,
2)l'atteggiamento professionale del medico non cambierà nel caso l'anamnesi risulti positiva per situazioni particolarmente imbarazzanti (sieropositivita al HlV, uso di stupefacenti o altro).

A questo proposito va ricordato che:


..."Il medico deve serbare il segreto su tutto ciò che gli è stato confidato o avrà potuto conoscere per ragioni del proprio stato"
(Cap. 3° Segreto Professionale, Art. 10: Codice di Deontologia medica).
..."Il medico deve vigilare che i suoi collaboratori siano a conoscenza dell'obbligo del segreto professionale e che vi si conformino"
(ibidem Art. 11).
.."Il medico deve vigilare alla conservazione, contro ogni indiscrezione, delle cartelle personali e dei documenti riguardanti i suoi ammalati dei quali è in possesso ..."
(ibidem Art. 12).


Controindicazioni assolute all'implantologia

·
Diabete non controllato,
· HBV o HCV in fase acuta,
· Cirrosi epatica,
· AIDS conclamato,
· LES conclamato,
· Artrite reumatoide in fase attiva,
·Neoplasie in atto, o pazienti irradiati da meno di 3 anni, o in terapia antineo- plastica,
· Cardiopatie severe in base all'accordo col medico curante,
· Labilità psichica,
· Cattiva igiene orale,

Controindicazioni di carattere relativo

·
Paziente HBV positivo ma con buona funzionalita epatica,
· LES e artrite reumatoide in fase di "quiete", in base ad accordi col medico curante,
· Manifestazioni allergiche,
· Neoplasie irradiate da più di tre anni senza alcun segno di recidiva;
· Osteoporosi grave,
· Cardiopatie leggere o medie, in base all'accordo col medico curante,
· Tabagismo.

 

c) Esame del cavo orale

La valutazione del cavo orale deve tener conto di tutti gli elementi che concorrono al successo dell'intervento; in particolare dovranno essere esaminati:

· Quantità e qualità ossea,
· Strutture anatomiche nella zona circostante gli impianti,
· Anatomia, qualità e spessore della mucosa,
· Relazioni intermascellari,
· Attitudine al bruxismo,
· Stato dell'igiene orale,
· Eventuali patologie in corso;
· Aspetti estetici relativi alla relazione denti / labbra,
· Linea del sorriso,
· Malformazioni.

 

Controindicazioni assolute si ritrovano nei casi di:

· Quantità e qualità ossea insufficiente e non recuperabile,
· Disarmonie occlusali (classe dento scheletrica di II e III classe gravi),
· Inadeguato spazio interocclusale,
· Abitudini parafunzionali, Cattiva igiene orale.

 

Consenso informato del paziente

Valutato accuratamente il quadro clinico generale e specifico del paziente é compito del medico informarlo delle probabilità di successo dell'intervento e di quali possono essere le alternative terapeutiche.
Non si deve mai omettere di informare il paziente sul fatto che il trattamento può anche non essere definitivo e che, comunque, non vi è mai garanzia assoluta di successo, nè immediato nè, tanto meno, per sempre.
A tal proposito si ricorda che le statistiche internazionali sulle probabilità di successo della terapia implantare osteointegrata riferiscono un dato del 88-90% a 5 anni ( Adell et al.: 1989; Albrektsson et al.: 1988; Apse et al.: 1991 ).