PRESENTAZIONE
Il titolo alternativo di questo
libro avrebbe potuto essere "Odontoiatria comunicazionale
ed economica".
Siamo infatti partiti dal concetto fondamentale
che, nel rapporto con il paziente, l'importanza del saper individuare
e rispettare la sua collocazione psico-socio-economica, e, conseguentemente,
del saper comunicare, sia almeno pari a quella di saper eseguire
corrette otturazioni, protesi coerenti, terapie adeguate e razionali.
Queste incombenti necessità premono oggi sulla nostra
professione per tre motivi-base:
1)Leggi e regolamenti nuovi hanno sempre più spostato
l'immagine del "paziente" verso quella del consumatore-fruitore-utente-cliente:
ciò sia nel pubblico che nel privato;
2)il comune cittadino ha sempre
più spostato il proprio rapporto mentale, verso il dentista,
da una condizione di rispetto-dipendenza- sudditanza a quella
critico-paritetica, con progressive esigenze di interattività;
3)l'insieme costituito da un contesto micro- e macro-economico
sempre più complicato e da una pletora odontoiatrica già oggi intollerabile, impongono al dentista situazioni concorrenziali
che, se mal gestite, hanno una sola alternativa: un lavoro competitivo
estremamente stressante oppure un umiliante asservimento a convenzionamenti
e standardizzazioni schiavizzanti.
Impostazione ideologica.
Questo testo è stato scritto per i dentisti italiani da
un dentista e da uno psicologo comportamentista.
Per quanto è
a nostra conoscenza questo tipo di collaborazione scientifico
-letteraria avviene, in Italia, per la prima volta, almeno nel
campo odontoiatrico. Abbiamo avuto qualche dubbio, all'inizio
della stesura, riguardo a quale fosse la parte da privilegiare,
sia pure solo dal punto di vista grafico: quella odontoiatrica
o quella psicologica. Nel progredire del lavoro ci siamo definitivamente
convinti che entrambe le parti avevano uguale diritto ad essere
considerate primarie: quella odontoiatrica, perché il
testo è stato scritto per il mondo dentale e quella psicologica
perché le nozioni qui presentate sono da considerarsi
assolutamente indispensabili.
In altre parole: secondo noi, quanto
si può apprendere da questo testo nel campo psicologico è il minimo che ogni dentista dovrebbe sapere per
la gestione della propria professione.
Siamo perfettamente consci
del fatto che per molti colleghi questa affermazione potrà
sembrare eccessiva. Questo, purtroppo, dipende dalla scarsa consuetudine,
sia teorica che pratica, avuta dal giovane studente, e, successivamente,
dal professionista, nello studio delle scienze psicologiche e,
specificamente, comportamentali. Lo studente, com'è logico,
non può che seguire quanto il curriculum e i docenti gli
suggeriscono: il professionista inizierà, e continuerà,
la sua pratica operativa, impostando il proprio comportamento
("per tentativi") su modelli ed esempi del tutto estemporanei
ed aneddotici. Si cristallizza così, anno dopo anno, la
convinzione che sia l'"esperienza" il miglior suggeritore
del comportamento. Questo, talora, può anche corrispondere
(parzialmente) alla verità: sempre, tuttavia, a prezzo
di errori e dolori che coinvolgono chiunque partecipi all' "esperimento":
paziente, personale ausiliario e dentista stesso. Siamo certi
che basterà l'analisi non affrettata di qualche
capitolo per comprendere come numerosi problemi che sorgono quotidianamente,
nello studio odontoiatrico, dipendano proprio dalla carenza di
cultura delle più elementari nozioni della gestione e
di un comportamento impostato ed adeguato ai problemi attuali
del mondo odontoiatrico: ciò vale, ovviamente, sia per
il dentista che per il personale ausiliario.
E' con questa convinzione
che abbiamo iniziato e completato questa nostra fatica, ed è con questa convinzione che auguriamo ai colleghi ed ai loro collaboratori
buona lettura e buon lavoro.
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