CAMPO OPERATORIO ODONTOIATRICO

 

Considerazioni e protocolli

La preparazione della sala chirurgica, che viene effettuata più volte al giorno in previsione degli interventi programmati, trae origine da alcune scelte di tipo operativo/gestionale, che stanno a monte del singolo intervento, delimitandone i contorni e dando significato ad ogni singolo gesto del Team odontoiatrico.
E' impossibile infatti parlare di preparazione della sala operatoria senza tenere conto di quanto la necessità di prevenire le infezioni, crociate o dirette, così come le dimensioni operative del campo operatorio siano all'origine di scelte universalmente valide per qualunque studio si occupi di chirurgia, mentre i metodi che ne discendono potrebbero, almeno in parte, essere modificati in rapporto alle specifiche condizioni di lavoro in cui ci si trova ad operare.
In sostanza il problema di fondo resta la capacità di individuare un giusto equilibrio fra la esasperata ricerca di sterilità assoluta e la totale noncuranza ponendo in pratica una strategia che mantenga un costante alto livello di protezione fisica dell'operatore, del campo operatorio e delle strutture, gestibile anche a livello di ambulatorio privato.
Ciò si rende praticabile solo chiarendo con precisione gli obiettivi e conoscendo i materiali più adeguati allo scopo.
(I tessuti non tessuti)
Occorre infatti considerare che esistono delle differenze fra la chirurgia che chiameremo qui, per brevità, generale e quella odontoiatrica.
Prima fra tutte quella che vede svolgersi la chirurgia generale in strutture pubbliche capaci di assorbire e ripartire costi anche elevati senza addossarli direttamente al paziente come accadrebbe necessariamente in una piccola struttura privata.
Una seconda differenza sta sicuramente nella gravità della minaccia per l'integrità vitale del paziente contenuta nelle patologie chirurgiche generali al confronto con la minaccia alla integrità di una sola funzione, quella stomatognatica, contenuta nelle patologie chirurgiche orali; differenza questa che a sua volta condiziona il contributo sociale alle spese chirurgiche.
E' infatti ovvio che la società privilegi nella sua spesa la cura di patologie più gravi e così pure che il paziente stesso sia più disposto a sopportare i costi di cure che prolungano la sua vita o la sua possibilità di essere socialmente attivo e partecipe che non di quelle che ne migliorano solamente la qualità di una funzione.

Che la chirurgia orale sia da considerarsi una chirurgia minore è dunque un dato di fatto che va tenuto in considerazione per non proporre uno squilibrio enorme fra costi e beneficio dell'intervento.
Ciò non di meno riconoscere dignità chirurgica alla pratica odontoiatrica ed individuarne le necessità specifiche, significa rendere la chirurgia odontoiatrica simile, per caratteri e necessità di sterilità e profilassi, alla chirurgia generale fissando obiettivi perseguibili con costi contenuti ed ancor minore dispendio organizzativo.
A tale scopo vanno considerate le sostanziali differenze che contraddistinguono il concetto di "campo operatorio" in chirurgia generale ed in chirurgia odontoiatrica.

 

Campo Operatorio Odontoiatrico

In chirurgia generale si definisce come campo operatorio la breccia chirurgica attraverso la cute e/o le mucose.
Le sue dimensioni dipendono dal settore del corpo umano, dal tipo di intervento, dalle caratteristiche dello strumentario e dal numero degli operatori.
La possibilità di determinare le dimensioni di un campo operatorio risulta essere funzione di due obiettivi primari.
Il primo obiettivo consiste nella delimitazione di un'area, rispetto alla cute e/o alle mucose del paziente stesso, dove non vengano portati in senso centripeto rispetto alla breccia chirurgica microrganismi esterni né corpuscoli inquinanti.
Il secondo obiettivo consiste nel proteggere operatori e strutture dai liquidi organici e dal sangue del paziente delimitando un'area che, sola, può essere invasa in senso centrifugo dai liquidi e dai tessuti provenienti dalla ferita chirurgica.
Il campo operatorio, in generale, viene preparato tramite barriere formate da differenti materiali, solidarizzati tra loro, e fissati al paziente secondo vari procedimenti.
Isolare, però, una ferita chirurgica all'interno della bocca è praticamente impossibile.
Anche usando fogli di plastica adesivi sterili, la forma anatomica del cavo orale, la saliva, la deglutizione e la respirazione impediscono, di fatto, un posizionamento immediatamente prossimo alla zona di incisione

Pertanto in chirurgia odontoiatrica dobbiamo considerare una diversa definizione di campo operatorio che viene così a definirsi come

"..L'area attorno alla cavità orale che rappresenta la barriera alla contaminazione microbica e fisica proveniente dall'esterno verso la ferita chirurgica, e spazio di raccolta per il sangue ed i liquidi provenienti dalla cavità orale e dalla ferita chirurgica". (Grappiolo, 1989).

Appare così evidente come venga a determinarsi una condizione particolare: una ferita chirurgica circondata da un settore non sterile.
Poiché è impensabile non invadere con le mani o con gli strumenti quest'area, la cavità orale in toto dovrà essere considerata, dopo aver effettuato un'accurata disinfezione, una parte del campo operatorio stesso.

L'area che si estende per almeno 40 cm. in senso centrifugo dalle labbra costituisce il vero e proprio campo operatorio e la sua dimensione deriva dalla necessità di isolare la breccia chirurgica da quelle superfici altamente inquinanti quali la cute, la barba, i capelli, i vestiti, ecc.
Un efficace isolamento si raggiunge con la copertura del mento, del collo, del viso e del torace del paziente, utilizzando specifici teli con ansa adesiva (
C.O.S. Set) per le labbra.
Il campo operatorio orale viene dunque preparato utilizzando due teli in TNT/PE sterilizzati ad ossido di etilene e di dimensioni differenti: 60x75 cm , per la parte inferiore del viso, e 50x60 cm. per la zona del volto e dei capelli; entrambi però forniti di anse con bordo adesivo ipoallergico (e non tossico) di 10x10 cm.

Il sovrapporsi delle due anse forma una apertura ovale che può variare di misura a seconda della dimensione del volto e della bocca.